Operare in sicurezza
Per operare in sicurezza occorre personalizzare il più possibile il pre-ricovero con il preciso intento di valutare le condizioni mediche e il conseguente rischio connesso alle difficoltà dell’intervento e alle comorbilità che possono alterare le risposte cliniche del paziente.
Le indagini sono rivolte alla valutazione della “sicurezza chirurgica” e della “sicurezza anestesiologica”.
La prima è individuata secondo una scala internazionale che ne definisce il grado di complessità dell’intervento, si parla in questo caso di “Grading chirurgico”; la scala di complessità va da 1 a 4 secondo una graduatoria di complessità crescente.
La “sicurezza anestesiologica” è individuata anch’essa secondo una scala internazionale che ne definisce il grado di “rischio connesso”; si parla in questo caso di ASA, la scala di complessità va da 1 a 5 secondo una graduatoria di complessità crescente.
Il paziente deve sapere che sulla base del proprio rischio anestesiologico (ASA) o sulla scorta di altri eventuali rischi (infettivologico, pneumologico, diabetologico, nefrologico) che verranno valutati in corso di visita, nonché dalla combinazione risultante dall’incrocio tra “ASA” e “Grading” potranno essere richiesti ulteriori accertamenti diagnostici o di laboratorio.
E’ evidente quindi che non è detto che ogni paziente sia sottoposto ai medesimi accertamenti diagnostici.