Il medico di famiglia? un ruolo importante, un aiuto prezioso!

2 Maggio 2018

In ambulatorio con il chirurgo plastico

Quando si parla di interventi di chirurgia platica e ricostruttiva vengono subito in mente operazione lunghe e complesse, ma non è sempre così. L’attività dell’Unità Operativa di Chirurgia plastica e ricostruttiva del Policlinico di Monza agisce infatti su più fronti ed in questo numero il dott. Giovanni Palitta, quale Responsabile U.O., parlerà proprio dell’importanza rivestita dalla chirurgia ambulatoriale, meglio nota come “piccola chirurgia”.

Dottor Palitta, qual è il ruolo e l’importanza della chirurgia ambulatoriale nell’ambito dell’attività dell’Unità Operativa di Chirurgia plastica e ricostruttiva?
“Spesso la chirurgia ambulatoriale viene considerata piccola chirurgia, in particolare da noi chirurghi. Tuttavia, essa ricopre un ruolo fondamentale e basilare nell’ambito della nostra attività con sedute attive quotidianamente nelle sedi di Monza e Verano Brianza.
L’importanza clinica della chirurgia ambulatoriale è di assoluto rilievo e si occupa principalmente della prevenzione e asportazione dei tumori cutanei.
Le campagne di prevenzione dei tumori cutanei e i controlli dei nevi, che vengono effettuati con sempre maggiore intensità, frequenza e rigore, consentono oggi l’identificazione ed asportazione di tumori in stadio iniziale, con evidenti miglioramenti in termini di sopravvivenza e qualità di vita.
In tale ottica è fondamentale anche la collaborazione con lo specialista dermatologo che per primo identifica le neoformazioni sospette.
Il Policlinico di Monza è molto sensibile alla prevenzione dei tumori cutanei con il Servizio di
Dermatologia attivo quotidianamente e recentemente arricchito da un sofisticato macchinario per la mappatura dei nevi”.

La collaborazione con il medico di famiglia è importante in questo ambito?
“Il medico di famiglia è fondamentale perché spesso è il primo a venire in contatto con la patologia o la segnalazione di un problema da parte del paziente e ad indirizzare il percorso di prevenzione e cura”.

Qual è il percorso ideale in questo senso?
“Il medico di famiglia, se identifica un sospetto o un dubbio, deve indirizzare il paziente verso una visita specialistica dermatologica in cui il paziente venga esaminato con cura, eventualmente con l’ausilio della dermatoscopia che consente a volte l’identificazione di irregolarità microscopiche non percepite ad occhio nudo. In altri casi il dermatologo può richiedere esami ematochimici di approfondimento, una consulenza chirurgica o l’esecuzione di esami strumentali radiologici.
Qualora la problematica appaia fin da subito di pertinenza chirurgica, il paziente dovrebbe essere inviato direttamente a visita specialistica chirurgica”.

Nella pratica quotidiana il percorso è sempre così lineare e preciso?
“Purtroppo no, perchè non infrequentemente vengono effettuate richieste dirette di asportazione da parte di medici di famiglia o altri specialisti, saltando il filtro del dermatologo o del chirurgo plastico con disagi evidenti per i pazienti”.

Ad esempio?
“Le riporto un episodio recente in cui un paziente aveva ottenuto regolare richiesta di asportazione di sospetto lipoma della spalla presso un’altra struttura. Giunto presso il nostro ambulatorio chirurgico, previa rivalutazione clinica, si rilevava una sintomatologia dolorosa non segnalata nella visita effettuata dal collega, né giustificabile alla luce del quadro ecografico. Nel sospetto di una localizzazione intramuscolare abbiamo richiesto una risonanza magnetica e necessariamente rinviato l’intervento.
Una localizzazione intramuscolare o in prossimità di strutture nobili può infatti richiedere , a seconda dei casi, un’anestesia generale o una sedazione profonda. Nonostante il corretto operato, il paziente ha lamentato un grave disagio e protestato perchè gli era stato detto precedentemente che si trattava di un piccolo intervento per asportare un accumulo di grasso”.

Altri esempi?
“Non infrequente è la richiesta medica diretta di asportazione di neoformazioni a puro carattere estetico non consentite dal Sistema Sanitario.
Queste errate richieste generano proteste da parte del paziente che giunge con richiesta medica di asportazione”.

Quali sono le soluzioni?
“La soluzione è a mio modo di vedere molto semplice. Se il medico di famiglia o un altro specialista identifica una problematica dermatologica, deve assolutamente indirizzare il paziente dallo specialista dermatologo che sceglierà il percorso di cura più adeguato. Nel caso in cui si comprenda che il caso possa essere francamente chirurgico, il paziente deve effettuare una visita specialistica in cui venga indentificata la procedura più corretta e indicata secondo le linee guida. In questo modo si eviterebbero tanti malintesi e disagi per i pazienti”.

Quali sono le prestazioni di chirurgia ambulatoriale erogabili in ambito di Servizio Sanitario?
“Le prestazioni erogabili sono quelle in cui vi sia un risvolto preliminare, in cui vi siano chiari sospetti di irregolarità o possibile malignità, in tutte quelle patologie che comportino disturbi infiammatori cronici, infettivi o problematiche di carattere funzionale. Qualora non vi siano atipie, né sospetti, né disturbi di carattere funzionale, l’asportazione non è considerata necessaria a fini curativi e pertanto non erogabile in regime di Sistema Sanitario. L’asportazione, in tal caso, è del tutto facoltativa ed effettuabile solo per fini estetici”.


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