Servizio di Chirurgia orale, Parodontologia e Implantologia

Responsabili:

Dott. Francesco Azzola
Dott. Antonio Arbisi
Dott. Simone Lazzari

La Chirurgia Orale

Comprende tutti gli interventi eseguibili in anestesia locale che possono essere effettuati nell’ambito del cavo orale. Sono pertanto di pertinenza chirurgica l’estrazioni di denti inclusi totalmente o parzialmente, le estrazioni complesse degli ottavi (denti del giudizio), le estrazioni di residui radicolari, la rimozioni di formazioni cistiche, la disinclusione di canini mal posti (cresciuti per esempio a livello palatale), l’apicectomia (asportazione dell’apice del dente) per la cura di granulomi, le estrazioni dentarie di elementi non più trattabili, e il trattamento di ascessi.
Una volta tolto un dente, la soluzione immediata per mantenere un bel sorriso è la sua sostituzione con le moderne tecniche di implantologia che ripristinano una corretta estetica.
L’immediata sostituzione del dente mancante è importante per evitare che i denti sani si spostino verso lo spazio vuoto creando problemi alla masticazione e conseguentemente alla salute del paziente.

La Parodontologia

Il parodonto (apparato di sostegno del dente) è rappresentato dall’osso alveolare, dal legamento parodontale, dal tessuto gengivale e dal cemento radicolare.
La parodontologia si occupa quindi dell’insieme di questi tessuti e si occupa anche delle malattie che lo interessano. Queste vengono chiamate genericamente malattie parodontali o parodontopatie o piorrea (termine storico oggi ancora utilizzato nella popolazione).
La malattia parodontale o parodontite, è una patologia a eziologia multifattoriale (famigliarità, scarsa igiene, fumo…etc.) che porta alla progressiva distruzione dei tessuti che sostengono il dente fino alla perdita di quest’ultimo.

Le Recessioni Gengivali

Associate alla parodontite spesso interessano il dente circonferenzialmente e sono accompagnate da altri segni come gengive arrossate, sanguinamento allo spazzolamento, presenza di placca e tartaro.
Altre volte si riscontrano recessioni in pazienti con un alto grado d’igiene orale, si tratta di lesioni tipicamente localizzate sui versanti vestibolari dei denti (quelli che guardano verso l’esterno). Nei difetti di questo tipo la causa più frequente sta proprio nell’uso dello spazzolino che, se manovrato in maniera troppo energica o se dotato di setole troppo dure, è in grado di irritare le gengive e, soprattutto se queste sono sottili, di causarne la recessione.
Oltre allo spazzolamento ci sono altre possibili cause come la presenza di piercing sulle labbra, abitudini viziate come lo sfregamento sulla gengiva di matite o altri oggetti, condizioni anatomiche come inserzioni muscolari o frenuli, ma anche fattori collaterali come la presenza di restauri incongrui (ricostruzioni, corone) e i trattamenti ortodontici. Per curare le recessioni gengivali il paziente deve cambiare le proprie abitudini ed interrompere il trauma che agisce sulle sue gengive.
In ogni caso la terapia della recessione è chirurgica e consiste nello spostare i tessuti verso il margine incisale dei denti per “coprire” letteralmente la recessione e, quando necessario, aumentare lo spessore della gengiva per evitare recidive. Si tratta di una vera chirurgia plastica gengivale.
L’intervento si svolge in ambito ambulatoriale, in anestesia locale, richiede uno strumentario adatto alla microchirurgia e ha una durata compresa fra i 45 e i 90 minuti a seconda del numero di recessioni da trattare. Non è necessario alcun ricovero e a fine intervento si può lasciare la struttura. Le tecniche chirurgiche privilegiate sono ovviamente quelle meno invasive e che quindi prevedono un solo intervento con un unico accesso (lembo posizionato coronalmente o lateralmente), seguono quelle con doppio accesso (innesti) e quelle svolte in due interventi distinti (innesto prima e lembo posizionato coronalmente poi).
Il regime post operatorio prevede l’astensione assoluta dalle manovre d’igiene orale nelle aree sottoposte all’intervento almeno fino alla rimozione delle suture, in sostituzione a questo si deve effettuare la disinfezione delle zone con uno spray a base di clorexidina e rimuovere eventuali depositi di placca sui denti interessati dall’intervento con bastoncini cotonati (o piccole garze) imbevuti della stessa soluzione. Sono altresì da evitare i cibi caldi.

 

L’Implantologia

L’implantologia dentale consiste nell’inserimento nell’osso mascellare o mandibolare (privo di uno o più denti naturali) di pilastri artificiali che, una volta integrati nell’osso stesso, potranno supportare uno o più denti artificiali idonei a svolgere appieno la loro funzione.
L’implantologia dentale oggi corona il sogno comune dei dentisti e dei pazienti: ripristinare i denti perduti in modo pressochè analogo a quello naturale, senza più ricorrere a fastidiose protesi rimovibili (cosiddette protesi mobili, conosciute come dentiere o scheletrati) e a protesi fissate a denti vicini a quelli persi con parziale demolizione (monconizzazione) di questi ultimi ad uso di pilastri (i cosiddetti ponti), ormai considerate superate tecniche della odontoiatria.
Grazie alla moderna implantologia dentale, si riescono quasi sempre a realizzare delle protesi fisse che possono uguagliare per funzionalità estetica e durata, i denti naturali.
Secondo studi più recenti, gli impianti praticati da un implantologo esperto, possono raggiungere altissime percentuali di successo a lungo termine che raggiungono anche il 95% dopo 10 anni.
Grazie alle nuove tecnologie, negli ultimi anni l’implantologia si è evoluta enormemente.

A partire da nuovi esami diagnostici come:

  • La Tomografia Computerizzata (TC) a nuove tecniche chirurgiche come:
  • l’Implantologia Computer Assistita
  • Gli impianti a carico immediato
  • Gli impianti post-estrattivi
  • La tecnica All on Four (possibilità di creare protesi che possano sorreggersi su soli quattro denti)

Sono stati inoltre messi a punto moderni protocolli clinici per aumentare sempre di più la sicurezza e il comfort dei pazienti.

Le risposte che cercavi

Siete buoni candidati per un impianto dentale?
Prima di intraprendere un trattamento implantare, i pazienti devono essere sottoposti a una valutazione clinica accurata per stabilire se il posizionamento dell’impianto possa rappresentare un rischio per la loro salute e se esistono controindicazioni che possano compromettere la capacità di guarigione dell’osso e dei tessuti molli circostanti.

Chi può sottoporsi ad intervento di implantologia dentale?
Tutti i pazienti idonei a procedure chirurgiche orali generiche.

Chi deve fare attenzione in caso di intervento di implantologia dentale?
I pazienti con condizioni cliniche o di altro tipo che possano interferire con il processo di guarigione dell’osso o dei tessuti molli.
Per esempio chi soffre di patologie connettivali, chi è sottoposto a terapia steroidea o soffre di infezioni ossee deve valutare con cura, insieme al proprio dentista, i potenziali rischi o calcolando gli eventuali benefici dell’uso degli impianti dentali.

Come è fatto un impianto dentale?
Sono costruiti in titanio, metallo di larghissimo uso in chirurgia per la sua neutralità biologica tranquillamente accettato dall’ organismo.
La loro superficie è ruvida in modo da aumentare ed anche accelerare la possibilità di Osteointegrazione (quando vi è diretta connessione tra osso e impianto, senza interposizione di tessuto molle) che in ricerca è stata ben studiata ed accertata grazie alla microscopia ottica ed elettronica.
Gli impianti in titanio sono di varia forma, ma quelli di ultima generazione possiedono una forma per lo più cilindrica, hanno normalmente una lunghezza che varia tra i 6-18 mm e un diametro che varia tra i 3-6 mm.
All’interno della testa implantare vi è una piccola filettatura interna, permettendo così la connessione di diversi monconi (i cosiddetti “abutment”).
I migliori impianti moderni sono accessoriati da un ricco assortimento di connettori al dente artificiale (monconi o abutment), in modo da assicurare oltre che una detergibilità perfetta anche un’estetica ottimale rispetto al contorno gengivale.
Quest’ultimo fattore è importantissimo per un buon esito dell’intervento nelle zone estetiche della bocca.
Ci sono vari tipi di abutment a seconda dell’impiego clinico (corone, ponti, protesi mobili ect.).
Il rigetto in implantologia dentale non esiste, non essendoci alcuna possibilità di reazione immunologica sfavorevole come succede nei trapianti da donatori.
Gli impianti dentali devono essere prodotti e confezionati a norma di legge europea e devono sempre essere accompagnati da un certificato che può essere visionato in qualsiasi momento e conservato dal paziente a garanzia di tutela ed affidabilità.
A seconda delle situazioni cliniche e dalle caratteristiche psico-attitudinali del paziente, l’intervento chirurgico vero e proprio potrà essere effettuato in due tempi. Il primo tempo consiste nell’intervento per l’inserimento implantare nell’osso e successiva sutura della gengiva al di sopra di esso. Durante il secondo tempo, che risulta molto più semplice e breve del primo, la parte più esterna dell’impianto viene connessa ad un dente artificiale lasciando alla fine dell’inserimento dell’impianto una piccola porzione dello stesso al di fuori della gengiva. Questa servirà quindi come connessione al dente stesso. Si parla, nel primo caso di immersione totale e nel secondo di immersione parziale, sottintendendo che ci si riferisce al solo tessuto gengivale, in quanto l’immersione nell’osso c’è sempre e comunque. Dopo l’intervento chirurgico convenzionale occorre far trascorrere un tempo variabile dai 3 ai 6 mesi per poter procedere alla protesizzazione ovvero al “carico implantare” con un dente artificiale (che può essere in metallo ceramica, zirconia oppure in composito. Tutti materiali comunque di elevato valore estetico).
La connessione, che può avvenire in varie modalità a seconda del tipo d’impianto, delle necessità del paziente e dal tipo di protesi, consiste per lo più in avvitamento o cementazione dello stesso.


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